Aree golenali

Nelle aree umide temporaneamente allagate che accompagnano il corso di pianura troviamo formazioni boscose che costituiscono le naturali aree di espansione delle piene. . Le aree golenali sono soggette ad esondazioni regolari più o meno frequenti. Le acque di piena possono espandersi in queste aree e così si proteggono i centri abitati più a valle. Più le aree golenali sono ampie, migliore è la protezione che offrono a valle. Possono essere coltivate oppure lasciate all’evoluzione naturale che le trasformerà in boschi ripariali. È profondamente sbagliato, invece, occuparle, come è successo, con abitazioni e cantieri.

La vegetazione fluviale

Le sponde del fiume Tevere sono soggette a una forte variazione del livello dell’acqua;quando l’acqua riempie il terreno, le radici di un gran numero di piante trovandosi sommerse deperiscono e con loro la pianta.

Salici, pioppi e ontani hanno invece evoluto la capacità di tollerare terreni intrisi d’acqua riuscendo così a colonizzare paludi, rive di fiumi e di laghi formando il bosco ripariale dal latino ripa che significa riva.

In primavera avanzata e in estate, quando il fiume comincia a diminuire la sua portata, nelle zone di ritrazione dell’acqua, spuntano una serie di piante annuali tra cui il vistoso giglio acquatico,le tife, il coltellaccio maggiore, alcune carici, la lisca lacustree nei settori fluviali caratterizzati da acque lente e poco profonde, la cannuccia di palude che forma estesi canneti. Il canneto possiede la capacità di rimuovere gli inquinanti dall’acqua, processo noto come fitodepurazione.  Nei tratti fluviali in cui il bosco è ancora presente gli alberi caratteristici sono il salice bianco,l’ontano, varie specie di pioppi tra cui il pioppo bianco, il pioppo canescente, il pioppo nero, il pioppo cipressino, il platano a cui si possono associare il fico, il sambuco, l’olmo, il nocciolo.

I paesaggi fluviali sono un elemento fondamentale dell’identità territoriale, un patrimonio inestimabile da tutelare e valorizzare.